martedì 19 maggio 2015

senza metro

ultime news dal British Empire

mi piace misurare i centimetri che separano l'isola dalla penisola, non so se ci riesco, non ho ancora fatto il calcolo, ma ci vorrei provare...

primo centimetro, la scuola, college internazionale, arrivo con lo slogan: "I'd like to improve my English". Certamente le settimane trascorse hanno fatto il loro effetto, migliorando quel centimetro di inglese in più. Il college è un collage (perdonate l'ovvio gioco di parole) di persone, lingue, culture diverse, tutte mescolate insieme che parlano un'inglese con accenti da riconoscere. Per gli inglesi il mio accento suonava spagnolo, no I'm italian! senza il sorry, per fortuna.

secondo centimetro, coda o non coda? tutti in fila sempre e comunque, non esiste un luogo dove non ci sia la possibilità di mettersi in fila, sei in due? Ti metti in fila in due, sempre e comunque, non ho visto uno sfollacode da nessuna parte...incredibile vero?

terzo centimetro, autobus, non ho mai preso tanti autobus come negli ultimi due mesi, anche qui i centimetri che ci separano sono pochissimi, non c'è una reale puntualità, alle volte il bus non arriva e non saprai mai il perché, ma tutti aspettano con ordine e pazienza senza chiedersi se ci sarà la corsa, keep calm and carry on! Slogan nazionale applicato alla perfezione. Invece, c'è un piccolo centimetro, quello in cui il bus abbassa gli ammortizzatori per mettersi a livello marciapiede e aspetta puntualmente che i disabili e mamme con passeggini si mettano comodi per ripartire con calma.
Naturalmente il driver non è un m&m's blu.

quarto centimetro, cambridge, luogo per ricchi, andare all'università costa moltissimo, la mensa di uno dei college più famosi, si compone di tavoli di
legno pregiato, con candelabri accesi, tuniche come dress code obbligatorio per gli studenti, gong per segnalare l'arrivo dei professori a cena, tutti in piedi e argenteria per il tavolo dei medesimi, lusso e tradizione.Troppi i centimetri di differenza per poterli calcolare. Biciclette ovunque, anarchiche e pericolose, sfrecciano per il centro come non ci fosse nessuno, invece è pieno di gente. Prati, parchi, verde, verde, verde, colore diffuso, con alberi fioriti, vento, freddo, e improvvisamente, nuvole e azzurro, un azzurro terso e pulito. Gente che si siede sui prati al minimo accenno di sole e canali con punting, gondole locali, con vogatore incluso.

quinto centimetro, educazione o edulcorazione? le maniere gentili sono all'ordine del giorno, sorry, Excuse me, may I, lovely sparsi un po' ovunque...e domande ricorrenti su "come ti senti?", e "tanti auguri di una buona giornata", molto bello, soprattutto nei negozi, mai vista tanta applicazione al customer service, esemplare. Dietro le apparenze però, alle volte, l'educazione diventa edulcorata e quindi, la realtà si nasconde dietro a un sapore apparentemente dolce, ma non è zucchero quello che assaggi è un finto sapore, che non si palesa subito. Quindi, a volte, è meglio una parola amara, ma sincera, che tonnellate di saccarina, I prefer, definitely.

sesto centimetro, Londra e dintorni, quanta gente contiene un luogo? Milioni di vite, brulichio di rumorose scene, mi rifugio alla Tate Gallery e il secondo giorno alla National Gallery, troppa gente per me, troppo di tutto, mescolato vecchio, nuovo, corri, corri, corri, ma dove devo andare? Scelgo Nothing Hill, Julia Roberts mi ispira, sarà solo un film, ma preferisco la zona, sembra quasi tranquillo. La maglietta però non l'ho comprata, troppo kistch anche per i miei adorati gusti kistch.

settimo centimetro, che domanda scontata, ma c'è lavoro? certo che c'è. Quella dannata parola che mi sento ripetere sempre, allega il suo C.V. e io in Italia allego, data di nascita, quel calcolo micidiale, con l'aggravante del genere e con meravigliosa foto annessa, dove, spesso, la faccia ha un'espressione improbabile, altro che effetto Belen. In UK possiamo lasciar perdere i dettagli...hai esperienza, sei qualificato? Okay, possiamo non mettere età, genere e foto, ti scelgo per le tue abilità...ma cos'è Fantasilandia? Ancora troppi centimetri, adesso prendo la calcolatrice.

ottavo centimetro, il solito argomento italiano...come si mangia? Si mangia, punto, qualche centimetro indietro a noi, cibo come sostentamento per carburare chilometri, ma il sapore vero latita. Con questo delizioso piattino sono stata male per giorni, ricordo del steak (ma la bistecca non c'è mai stata) and kidney pudding, indimenticabile.

nono centimetro, autoscatto, scatto, riscatto, se potessi tracciare ogni viso, averlo immortalato, che bello sarebbe stato, nessuna moda, tutti alla rinfusa, qualsiasi vestito con qualsiasi tempo, assolutamente a caso, bellissimo e rilassante, una volta tanto non pensare all'abbinamento di colori. Fateci caso, quasi tutti gli italici hanno l'abbinamento incorporato, lo stile è quasi una questione genetica, è più forte di noi.

decimo, saluti e baci, big hugs a Rita, Gedena, Puri, Catalina, Juan, Isbelia, Abdul, Javier, Erica, Alessandro, Andrea, Daniela, Caroline, Rossella...e Andrew, Arti, Helen, Tiziana, Julia, Julie...dimentico qualcuno? credo di sì, e mi dispiace per questo, I'm so sorry (quanto sono Inglese!)...
...a presto! see you soon!

Fuori quota, perché assolutamente non misurabili, la bellezza di Cambridge, l'unicità di Bath Patrimonio dell'Umanità e casa di vacanza di Jane Austen (oh!Jane!), il freddo solitario glaciale di Stonehenge, la spettacolare Ely e la confusa discontinuità di Londra.



giovedì 7 maggio 2015

Cambridge calling: host & lost

Otto settimane in Inghilterra.









L'impiegato non sapeva, che insieme alla nuova definizione amministrativa, mi avrebbe consegnato anche il biglietto per Cambridge.


Ed eccomi qua, firmato documenti, preso aereo (sigh! punto debole), frequentato lezioni di inglese ogni giorno per cinque giorni a settimana e scoperto un angolo di Inghilterra, abitudini, usi e costumi.
Questa è la mia ultima settimana, l'ottava, ed ho scoperto un'infinità di cose. Molte persone che conosco erano già state in Inghilterra e mi hanno raccontato le loro storie, ma come sempre ogni storia ha una sua prospettiva, ed infine, ho conquistato la mia.

Tengo memoria nel blog di questi giorni, non sono legati al romanzo (in parte però è presente anche lui), quindi se non interessa cambiate canale.

Sistemata per bene. Dove si dorme e si mangia? Nella host family! Modo efficace e non costoso per la scuola di sistemare lo studente, modo efficace per la famiglia di arrotondare il reddito. Tutti felici e contenti? A volte, ma non sempre. Nel mio caso la prima famiglia era (ed è ancora) situata in un sobborgo sperduto in mezzo alla campagna, dove il mio mezzo di trasporto, il bus, non fermava. Eh già! L'autobus non ferma dove ci sono le abitazioni, ma nella strada principale (per dirla con i nostri termini una statale) e per arrivare a casa? A piedi ovviamente. Una cosa è certa, adoro camminare per scelta, un po' meno di sera al buio, insieme a vento, pioggia e nebbia, nella desolata panoramica campagna inglese, Ogni volta che l'autobus arrivava la sera, speravo che per magia girasse a sinistra e si inoltrasse nel micro centro abitato, come farebbe da noi, ma niente da fare. Si fermava lì, proprio lì...nel nulla. La foto è di fine marzo, mattina, gradi: cinque (forse meno)

Il villaggio si componeva (e si compone) di casette tutte meticolosamente uguali, davvero belle, ma con un effetto Truman show abbastanza straniante. Più di qualche sera mi sono fermata davanti ad una porta che non era quella della mia famiglia-ospite, convinta di essere arrivata, per fortuna guardavo con attenzione i dettagli della casetta, prima di avventurarmi in qualsiasi operazione di apertura. In Italia le casette sono tutte armoniosamente
disuguali, vagamente individualiste e personali, qui, invece, nelle zone residenziali non elitarie, sono tutte uguali. Il paesaggio insegna: l'uniformità come regola urbanistica ed esistenziale, distinguersi? Meglio uniforme, regolare, uguale. Bello? Certamente, nella sua prospettiva.

Abitudini, usi, costumi...purtroppo o meno male, a seconda della prospettiva, I come from Italy, patria del "adesso cucino!" "cosa si mangia di buono oggi?", Qui cambia, mangiare, almeno nella mia esperienza, è un modo di consumare dei prodotti che servono a fornire il carburante per andare avanti. Precotto e mangiato, pronto e servito, tutto in minuti contati con attenzione e parole unte di condimento. Vita beige, cibo beige e soprattutto niente tovaglioli! Una sconfortante assenza di tovaglioli, il mio punto di domanda a tavola, dove sono i tovaglioli? Quelli di carta, sì proprio quelli, niente, nulla, assenti. Vale lo sbrodolamento e il bicchiere con aloni. Qui vale! La foto è quella del panino di un pub molto famoso di Cambridge, burger non proprio esaltante (lì i tovaglioli c'erano, a richiesta).

Scritto troppo per una paginetta blog...quindi alla prossima...pensate a me con il bicchiere d'acqua, il pesce impanato surgelato e messo in forno assieme alle patate gemelle surgelate e simpaticamente bruciacchiate, insieme a piselli bolliti senza condimento e senza sale ma con burro spalmabile a parte spalmabile su tutto...oh piatto di pasta! Sono troppo italiana, non c'è niente da fare!